giovedì, febbraio 14

teoria e pratica #1. acrostico in memoria di lei.

comanda a prezzi lontani dal mercato, cercando alleanze per scopi specifici, impedendo grossolanamente infiltrazioni negli obiettivi, sia paralleli a quelli istituzionali sia asimmetricamente dichiarati a chi ignora (indirizzata). custodisce beni in virtù di un impegno differente dalla sua pubblica identità, imitando realtà di diversa natura a causa della crescente presenza su macrocosmi per lei appositamente costruiti (non-lucrativa). spiazza i suoi radi ma autentici interlocutori esterni ed interni, con capitale che apre a quella molteplicità di interessi degeneri (fiduciaria). ..e quell'inguaribile alterato agire organizzativo monodimensionale nonchè autoreferenziale che senza risorse dispensa solo obiettivi profittuali? (identitaria). imita organismi che annualmente dividono, simulando quell'autosostenersi nel tempo per meglio perseguir vocazioni, indebito passaggio dal piano dei mezzi a quello dei fini, compiuto da dilettanti ma prodìgi nei fallimenti di azioni volontarie, nell'allentare la tensione ideale, l'intensità delle intrinseche motivazioni di chi, a lei, dona entusiasta il proprio tempo libero (esperta). inconsapevole degli esiti negativi di trend inversi, trascura chi, rifiutando esosi riconoscimenti in nome di un contesto organizzato, previene, prefigurandoli con lucidità, disastri di percorsi evolutivi differenti (reversibile). inetta nel prevenire comportamenti opportunistici, nell'arricchire gli scarsi e poco credibili risultati d'efficienza, e di efficacia sulla (immutata) carta, nell'assicurare la plurima democrazia, nello stimolare il potenziale competitivo di medio-lungo periodo (idealista).


il successo di un'impresa è un bene pubblico indivisibile, bene di coloro che vi hanno o meno contribuito a generarlo: l'egoismo dissoluto mina la produttività ad esso legata (as) e la sfiducia collettiva può scalfirne nel tempo il vantaggio comparato di civica virtù e di non strumentalità al lavoro. insolubile è il problema di chi quel bene lo cavalca liberamente snobbando norme formali e informali, o di chi lo controlla senza preferenze etiche, o di chi, monade sensibile solo ad interessi monetari, è orientato da scopi apparentemente convergenti. contorto è il dilemma di come abbattere le rendite di posizione di chi è parte di un gruppo, di come accumulare capitale sociale che produca benefici diffusi, di come scovare individui con elevate abilità sociali. la reciprocità apre se autonoma e transitiva e solo il suo essere stabile aiuta uno scambio di equivalenti senza costi elevati per la collettività. eccessivo è lo sviluppo e formazione di capitale umano riduttivo, che collima perfettamente con conoscenze specifiche e unicamente funzionali alla creazione di freschi e fruttiferi processi produttivi ma che rinuncia a forme di sapere non finalizzate al mercato, ma orientate, anche sul lavoro, da altre motivazioni: se tu dimostri fiducia in me io sono disposto a ripagarti al di là di calcoli economici. lo spiazzamento motivazionale, nei contesti economici, è proprio quel fenomeno in forza del quale schemi di presunta incentivazione imperniati su promesse monetarie (motivazioni estrinseche), causano rallentamenti nella naturale propensione a contribuire del soggetto (motivazione intrinseca, psicologica, etica, ecc…), determinando una eterogenesi dei fini. il lavoratore descritto – ponendo al centro desiderio e sorpresa, per un uso nuovo della vita – accetta uno scambio sociale e non di mercato, solamente se reputa l’impresa o istituzione – quella che si è degnata di ascoltarlo – come soggetto morale orientato verso principi di reciprocità e caratterizzato pertanto da un'elevata qualità del suo ambiente relazionale. il datore di lavoro descritto non conosce tuttavia la presenza di una soglia minima per entrambe le grandezze (relazioni e salario), al di sotto della quale (a prescindere dal livello dell’altra variabile), il lavoratore decide di abbandonare l’organizzazione. Scienza dice che agenti razionali delle onp tendono ad utilizzare risorse in attività inefficienti, unicamente per alterare a proprio vantaggio l'esito della contrattazione ex post. manager fanno specializzare l'organizzazione in attività nelle quali essi hanno spiccate capacità per incrementare il proprio contributo marginale ex post. gli operai del sapere, invece, non avendo potere decisionale, sprecano risorse per conquistare la benevolenza dei manager. persino la tendenza dei manager a sovrainvestire nella (o sovrastimare la) crescita dell'impresa incrementa tale spreco di risorse: espandere le dimensioni della propria attività imprenditoriale rende l'impresa dei manager più preziosa rincarando il payoff che essi si propongono di estrarre dalla contrattazione ex post.
sistema (leale) organizzato di governance, salvaci!
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[alla dotta mano di lz%ge]