martedì, aprile 15

due o tre cose che so di me #4. unfit.

grazie al mio voto ho fatto cadere due forze politiche importanti. non volevo, ho calcolato male. È un esito che può generare un impoverimento della dialettica democratica, e far riaccendere persino una extra-parlamentarizzazione del conflitto sociale. Ma di sicuro aiuta (ovvero potrebbe aiutare) la governabilità politica e l'efficienza legislativa (mg). La nuova sinistra voluta da Bertinotti, finalmente slegata dalle sue eredità comuniste, doveva diventare una forza moderna trasversale, connessa ai temi di fondo della globalizzazione, alle inquietudini sull'"impronta ambientale" dello sviluppo, e al recupero di ispirazioni socialiste reinterpretate alla maniera della Linke tedesca [...] qualcuno si è fatto convincere dall'appello implicito al "voto utile" al Pd come bastione contro la macchina berlusconiana; altri hanno trovato sfogo antipolitico nel partito di Di Pietro e perfino nel populismo radicaleggiante della Lega; e mentre qualcuno dei nostalgici della falce e martello ha trovato rifugio nel simbolo di Sinistra critica dell'eretico Turigliatto, molti altri, a quanto si capisce, come i redattori del manifesto, devono avere sciolto il dilemma rifugiandosi nell'astensione. [...] C'è una proposta politica da misurare con il voto, quella del Partito democratico, esplicitamente riformista, a cui si potrebbe semmai chiedere uno sforzo ancora più intenso e moderno contro rendite, privilegi, corporazioni, nel nome della concorrenza come di un'eguaglianza effettiva e quindi di una mobilità sociale efficace: a cui si oppone un'alleanza eterogenea, in cui vecchi liberisti si sono uniti a nuovi protezionisti, tradizionali esponenti di un nazionalismo corporativo convivono con i secessionisti settentrionali, e sedicenti risanatori si sono messi insieme ai capi delle clientele meridionali (eb).