venerdì, febbraio 29

petrouchka #1

[1968] [il contrabbando della poesia per le generazioni non riconciliate.. con voce ventrale.] ma che cosa succede? perchè queste vecchie pietre? questo passaggio di nuvole? questo vento africano? non riesco più a leggere. ho messo i tappi alle orecchie. Basta! indugiare sulle forme estetiche! la gente si crede immortale, bisogna ridargli il senso della morte. si torni ad essere martiri sul rogo, alle prese con gesti disperati. c’e’ da ricreare l’idea dello spettacolo integrale, tutte le esigenze della vita, abbattere il palco e le pareti, un ambiente unico. il problema è nutrire, far parlare, riempire, lo spazio. il mondo va in rovina perché non c’e’ più nessuno che sappia suggerire. vi sbagliate. vi sbagliate come si sbagliano i servi. ma sono io il più forte. brutti vigliacchi. chi è dentro è dentro, chi è fuori è fuori. non comincio finché la classe non è in ordine, perchè la natura non è naturale. sono matematicamente certo che sto andando per strade diverse. a cominciare da oggi ci saranno un sacco di novità. la vita è bella. non è un luogo comune. un giorno riusciranno a tirarmi fuori da qui. e avrò paura, perché questo buco è la mia visione del mondo. non so darmi agli intrighi, a danno degli intrigati.

mi piace. mi piace. mi piace. mi piace. mi piace. mi piace. mi piace.

voglio mettere su il mio spettacolo: il potere all'immaginazione, immagina tutto ciò che è ammesso immaginare. sono qui per lavorare e lavorare, per preparare uno spettacolo. quando sarò pronto qualcosa accadrà; quando qualcosa accadrà sarò pronto. intanto togliete le sedie e le scrivanie: si può dire che qualcosa accade? no. non accade niente. le cose non sono come noi le vediamo, nè come il più delle volte le sentiamo. ma come ce le mostra il teatro. le cose sono preda del male, cioè dell'irrealtà. il teatro è una delle vie che conducono l'uomo alla realtà. all'inizio le cose erano vere. il mondo nella sua infanzia era reale. era una risonanza, era come guardare l'infinito. presto invece non ci sarà nient'altro di me. soltanto una maschera oscena che fa il verso alla realtà, in mezzo agli sputi e allo sterco.

morale?

sono l'amico dei detersivi: il veleno del teatro sparso nel corpo sociale lo decompone, ma è un'epidemia salvatrice. i miei piedi non devono toccare terra. così sarò perfettamente isolato.

è scoppiata! è scoppiata! è scoppiata!

il signor decapitato continuerà a esistere, non in un solo luogo ma ovunque. ecco il mio spettacolo, mutilato, tagliato a pezzi.

spegnerò, riaccenderò. spegnerò, riaccenderò. spegnerò, riaccenderò.

lo spettacolo comincia così, in famiglia. tutti insieme: è proibito proibire, è vietato vietare, liberate la passione, i distributori non hanno anima, consumate di più vivrete di meno. faccio solo esercizio, butterò via la maschera o costruirò dei muri.

liberate la belva e lo spettacolo si farà.

[alla valente mano di bb]